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Primo anniversario ordinazione episcopale Vescovo Savino: “Il Signore mi ha voluto proprio tra di voi”

Primo anniversario ordinazione episcopale Vescovo Savino: “Il Signore mi ha voluto proprio tra di voi”

NEL VIDEO L’OMELIA PRONUNCIATA A CASSANO IL 2 MAGGIO 2016

Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di Verità che procede dal Padre, Egli mi renderà testimonianza; e anche voi mi renderete testimonianza…Vi scacceranno dalle Sinagoghe; verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. Vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato“.

Sceglie “le parole con cui Gesù prepara i suoi discepoli al distacco fisico dalla sua persona e, al tempo stesso, li prepara  all’ora della persecuzione, l’ora del martirio”, il Vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino (nella foto mentre abbraccia il vicario generale, mons. Francesco Di Chiara), per pronunciare l’omelia della santa messa del giorno in cui – 2 maggio 2016 – ricade il primo anniversario della sua ordinazione episcopale, avvenuta a Bitonto [GUARDA VIDEO].

“La strada che Gesù insegna – prosegue il presule nella Basilica Cattedrale della città sibarita dinanzi l’intero presbiterio e un’ampia rappresentanza del Popolo di Dio che gli è stato affidato da Papa Francesco – è quella del martirio. Egli prepara i discepoli perché non si scandalizzino per la  sua croce. La croce è scandalo per i Giudei che si aspettano dei segni ed è stoltezza per i Pagani che chiedono, invece, idee nuove.

I Cristiani predicano Gesù Cristo Crocifisso e sanno, come aveva già detto anticipatamente Gesù, che quanto è accaduto a Lui accadrà anche a tutti coloro che si mettono seriamente e coerentemente alla sua sequela. La testimonianza cristiana può essere ordinaria e deve caratterizzare la nostra vita  fino a diventare “martirio” in determinati contesti. Ed è proprio nella testimonianza martiriale che viviamo fino in fondo l’esperienza pasquale senza essere mai soli o abbandonati a noi stessi perché il Paraclito, cioè il Consolatore, il Difensore, ci proteggerà da ogni possibilità di cedimento. Che felice coincidenza che il primo anniversario della mia ordinazione episcopale coincida con la memoria  liturgica di un grande vescovo e dottore della Chiesa, Sant’attanasio!”

“L’epoca in cui visse Sant’attanasio – continua mons. Savino – fu caratterizzata dalla grande crisi della dottrina autentica della fede cristiana. Siamo intorno al 360. La verità della fede cristiana rischiava di scomparire. Così san Girolamo scrive di quegli anni: “E il mondo, sgomento, si ritrovò ariano“. In questo contesto Sant’Atanasio resistette e non si piegò minimamente ad alcuna deviazione dottrinale.

La sua testimonianza di vescovo e dottore della Chiesa è per me – prosegue Savino – vostro Vescovo, e per tutta la Chiesa, paradigmatica. Anche oggi viviamo alcune forme di ‘persecuzione’ che possiamo definire culturali, riferite al contesto storico e territoriale in cui siamo. Viviamo un  tempo di scristianizzazione, c’è un crollo dell’ evidenza etica, il post-umano o il trans-umano interpellano le nostre identità esistenziali, lo  sviluppo di alta tecnologia così invasivo e pervasivo si impone come nuovo credo accattivante e vincente, l’indifferenza religiosa sembra postulare l’assioma che Dio non interessa anche se c’è.

Come vostro Pastore, nel mio servizio episcopale, sento la responsabilità di discernere che cosa lo Spirito chiede  alla nostra Diocesi, oggi che è  tempo di complessità ma, al tempo stesso, di opportunità, di Grazia. Ad un anno  dalla mia consacrazione e ad un anno, quasi, di ingresso in Diocesi, mi rendo conto, ogni giorno di più, del grande dono che mi ha fatto il Signore Risorto, attraverso la volontà di Papa Francesco. E’ un dono che sperimento sempre tanto grande rispetto all’ inadeguatezza della mia vita. E per questo desidero elevare a Dio il mio canto di lode e di ringraziamento invitandovi ad unirvi a me insieme a tutto il popolo di Bitonto qui rappresentato in un gruppo della Parrocchia Santuario Fondazione Santi Medici, che, con don Vito, ha voluto partecipare a questa celebrazione.”

Il Vescovo ha continuato, poi, così: “Di una cosa sono certo: il Signore mi ha voluto proprio tra di voi per essere ogni giorno vita donata per il Vangelo e il Regno di Dio. L’amore che provo per voi, confratelli nel sacerdozio, è indicibile: ho cercato di ascoltarvi ad uno ad uno, di comprendervi nelle vostre difficoltà, di valorizzarvi nei vostri carismi. Sento di essere  in profonda sintonia, che è amore incondizionato, con tutto il popolo della nostra chiesa diocesana. Sperimento la profondità e l’intensità dell’espressione che ho utilizzato quando mi sono presentato: “Voglio essere un vescovo fatto popolo“. Desidero anche aggiungere che non dimentico di lasciarmi guidare dalle parole dell’Apostolo Paolo ai Galati: “Se ancora io piacessi agli uomini non sarei più servitore di Cristo“. Non vado alla ricerca del  consenso né tanto meno dell’applauso, ma voglio essere fedele a Cristo Crocifisso e Risorto lasciandomi sempre interpellare e scuotere dai grandi segni negativi che in questi mesi ho constatato nel nostro territorio: la mancanza di lavoro che genera disperazione e sconforto in tante famiglie facendomi avvertire un senso di  impotenza; l’usura, il caporalato e il lavoro nero che sono facce speculari della mancanza di lavoro, della rassegnazione, della sudditanza, della paura di fronte ai poteri più o meno occulti; i giovani vittime dell’alcool e delle sostanze stupefacenti.”

Per concludere: “Ringrazio Il Signore per lo sguardo dei  bambini il cui stupore ci invita ad osare di più nonostante le difficoltà. A tutti il mio “grazie” per il dono che ciascuno e ciascuna di voi è.

Ancora un “grazie” alla mia amata Comunità  bitontina.

Un ʺgrazieʺ di cuore alle mie tre sorelle, Carmela, Tina e Dora e alle loro rispettive famiglie per l’affetto e la grande disponibilità nei miei confronti che continuano a dimostrami.

Dinanzi allo sposo della Chiesa che è Cristo, di cui  sento di essere amico intimo, dichiaro ancora e sempre la mia disponibilità a “farmi tutto a tutti” affinché tutti possano incontrare Colui che può veramente rinnovare nella gioia la vita di ciascuno, Gesù, il Risorto.”

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@TCastrovillari

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